La parola che indica la bambola, in giapponese, è Ningyo ed è formata da due ideogrammi: nin “essere umano/persona” e gyo “forma”, letteralmente ” [oggetto] di forma umana”, cioè modellino, figurina antropomorfa.

Le prime bambole da gioco e da collezione risalgono al periodo Heian (795-1185). Si presuppone che sia stata l’introduzione del Buddismo e delle relative tecniche di costruzione delle statue a fornire i fondamenti di base per lo sviluppo della bambole. Tra le fonti attendibili, che lo testimoniano ricordiamo il primo grande romanzo giapponese, “Genji Monogatari”, scritto attorno all’anno 1000 dalla dama di corte Murasaki Shikibu, considerato il massimo capolavoro della letteratura giapponese. Nel capitolo 12, “Suma”, del mitico romanzo si parla delle “hitogata”, semplici bambole piatte realizzate con legno o carta che venivano anche utilizzate per esorcizzare il male e le negatività.

Secondo un antico rituale, chiamato “nagashi hina” (far galleggiare la bambola) o “hina okuri” (accompagnare la bambola), il primo mese dell’anno ogni giapponese si recava sulla sponda di un fiume con una hitogata, soffiava sulla bambola e la lasciava cadere in acqua, lasciandola in balia della corrente. Si credeva, infatti che l’acqua, eliminando ogni sorta di impurità, mali fisici e spiriti negativi, avesse il potere di trasformare le creature umane in esistenze pure ed originali. Questa cerimonia viene celebrata e valorizzata ancora oggi esercitando un grande fascino su chi vi assiste. Anche alcuni importanti scavi archeologici hanno permesso di fare risalire le prime bambole da gioco al periodo Heian. Tra i reperti riportati alla luce, ci sono due piccole figure in legno e bambù che gli esperti ritengono siano le progenitrici delle attuali bambole da gioco giapponesi: Amagatsu e Hoko.

Amagatsu rappresenta la figura maschile, ha un corpo stilizzato ed essenziale in bambù e la testa in legno. Si leva in piedi con le braccia diritte e porta un kimono di broccato in seta. 
Hokko rappresenta invece la figura femminile, ha un corpo di seta bianca, imbottito e cucito intorno ad una struttura di bambù, la testa di legno e lunghi capelli neri.

Dal periodo Heian in poi i progressi nella produzione artigianale delle bambole furono notevoli. Si assistette ad una proliferazione di forme, varianti e funzioni ed alla compresenza di differenti nomi, dati in base ad una classificazione per materiale, tecniche, rappresentazioni e provenienza.

Il profondo legame che caratterizza il popolo giapponese si manifesta ancora oggi, in alcune importanti tradizioni popolari come la celebrazioni di “Hina Matsuri” dedicato alle bambole ed all’armonia familiare, o il “Tango no Sekku”, dedicato invece ai bambini.

 

                – Immagini dall’alto al basso:

  • foto1: Odairi-sama Imperatore
  • foto2: Ohime-sama Imperatrice
  • foto3: Sibaraku Ningyo – Samurai
  • foto4: Musha Ningyo – Il valoroso Hideyoshi Taiko
  • foto5: Fuzoku Ningyo – Geisha

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