icona_shiatsu_nagaiki_jpegStoria dello Shiatsu

 

Lo Shiatsu è un’arte propriamente giapponese, le cui radici vanno ricercate nella Medicina Tradizionale Cinese, nel Taoismo e nel Confucianesimo. Le sue origini sono quindi antichissime, ma la sua codificazione come precisa tecnica corporea risale a tempi relativamente recenti.

 

Risale al VI secolo d. C. l’introduzione in Giappone da parte dei monaci cinesi la cultura e le tradizioni della Cina, comprendenti Medicina Tradizionale Cinese, Taoismo, Buddismo, Confucianesimo.

La pratica curativa della Medicina Tradizionale Cinese venne subito tenuta in grande considerazione, tanto che il principe giapponese Shotoku, nel 608 d.C. cominciò ad inviare in Cina delegazioni di studenti che si specializzassero in questa disciplina. Nel frattempo i monaci diffusero i loro principi filosofici, strettamente legati alle pratiche fisiche, dando vita a varie forme di arti marziali.

La tradizione familiare giapponese contribuì grandemente a tramandare questo sapere.

 

La metodologia importata dalla Cina fu chiamata in Giappone “KANPO” o “KAMPO”, che significa ‘metodo cinese’. A questo appartenevano anche le arti di manipolazione:

  • il TAO-IN (DO-IN in Giapponese), pratica di auto pressione abbinata ad esercizi di respirazione e stiramento, già utilizzata dai primi praticanti yoga e dai monaci Buddisti indiani);
  • l’AN-MA, o AMMA, o ANMO, che comprendeva tutte le arti di manipolazione cinese (AN = premere, eliminare, MA = strofinare, richiamare);
  • l’AN-KYO, che associava esercizi di respirazione, di stiramento e di manipolazione dell’addome.

Insieme all’AMPUKU, una forma di manipolazione di origine giapponese, specifica per l’addome e rivolta in particolare a donne in gravidanza e bambini, queste forme di trattamento divennero la base della cura manuale in Giappone.

Nel corso dei secoli, l’ANMA e le altre tecniche di derivazione cinese si diffusero soprattutto tra le classi aristocratiche e la nobiltà della corte imperiale. La trasmissione delle conoscenze avveniva tra le persone colte, da maestro a discepolo, senza interessare direttamente il popolo. Le scuole erano molto chiuse e il loro accesso era riservato all’aristocrazia, al clero e ai militari di alto rango.

Nel periodo Heian (794 – 1185), in seguito ad una grande epidemia che colpì il paese, l’Imperatore Heizei ordinò di raccogliere e catalogare tutti i rimedi contro le malattie. Ne risultò il DAIDO RUIJUHO, un lavoro che però andò perduto.

L’ANMA perse la sua popolarità nel corso del periodo Sengoku (1490 – 1573), detto “periodo dei paesi in guerra”, in cui una crisi del paese, a causa di feudatari riottosi, lo portò quasi all’anarchia. Fu Oda Nobunaga (1532 – 1582) a ristabilire l’ordine, sconfiggendo i feudatari ribelli e sterminando senza pietà i monaci buddisti. In questo periodo i Gesuiti portarono in Giappone la chirurgia occidentale, che incontrò i favori della corte.shiatsu_attività_4

Nel periodo successivo, epoca Edo o degli Shogun (1602 – 1868), Tokyo da villaggio di pescatori divenne la capitale. Fu questa un’epoca di totale chiusura del Giappone verso l’esterno, con cui furono proibiti tutti gli scambi e fu instaurato un rigido sistema feudale. L’ANMA cominciò a perdere la sua caratteristica di arte curativa e divenne lentamente una prerogativa quasi esclusiva di persone cieche. Il fatto di essere cieche precludeva loro la possibilità di ricevere un’adeguata istruzione, per cui le loro conoscenze mediche rimanevano inferiori a quelle dei medici e degli erboristi del tempo. Il trattamento ANMA decadde a semplice massaggio voluttuario e rilassante.

Nel 1868 iniziò in Giappone l’era Meiji (“governo illuminato”), inaugurata dall’Imperatore Mutsuhito (1852 – 1912), che fu un’epoca di grande rinnovamento e riforme. Furono aboliti privilegi e strutture medievali, venne promulgata una costituzione e il paese venne dotato di infrastrutture moderne, come ferrovia e telegrafo. Il Giappone riaprì le frontiere con l’estero passando così da un’era medievale all’era moderna. In questo periodo di grande fermento l’ANMA fu riportata alla sua originaria funzione curativa. I terapisti ritornarono all’antico metodo KOHO ANMA cominciando a rinnovarlo. Vennero dati nuovi nomi a queste forme di terapia, per differenziarle ulteriormente dall’ANMA del periodo Edo.

Nel 1911 ci fu una svolta nel campo delle arti manipolatorie, venendo promulgata la legge che riconosceva ufficialmente e regolamentava le figure professionali che utilizzavano l’ANMA, l’Agopuntura e la Moxibustione. Inoltre permetteva anche di praticare altre forme di trattamento non riconosciute, senza bisogno di autorizzazioni.

Dalla pratica dell’ANMA, che pur rinnovata era in fase involutiva, si fece strada l’idea di isolare l’atto pressorio, componente sporadica dell’ANMA, attribuendo ad esso una propria funzione curativa autonoma. Questa tecnica basata sulla pressione prese il nome di SHIATSU. Tale differenziazione rappresentò anche una scappatoia per non sottostare alla regolamentazione e alla necessità di autorizzazione stabilite per legge per la pratica dell’ANMA.

shiatsu_attività_1La nuova tecnica SHIATSU di questo periodo univa al metodo KOHO ANMA conoscenze di anatomia occidentale, DO-IN, AMPUKU, oltre che le pressioni su punti particolari del corpo. In particolare il terapista Tamai Tempaku, unendo le sue conoscenze in campo anatomico e fisiologico della medicina occidentale agli antichi metodi tradizionali Ampuku, Anma, Do-In, chiamò questa tecnica prima SHIATSU RYOHO, “metodo di guarigione attraverso la pressione con le dita”, poi SHIATSU-HO, cioè “metodo di pressione con le dita”.

Tra il 1910 e il 1920 i praticanti di SHIATSU cominciarono a codificare questo tipo di trattamento.

Nel 1919 o 1920, Tamai Tempaku pubblicò il primo libro sullo SHIATSU di cui si ha conoscenza, “Shiatsu-Ho” e nel 1925 fondò l’“Associazione dei Terapisti Shiatsu” contribuendo così alla divulgazione di questa disciplina.

Nel 1925 Tokujiro Namikoshi (1905 – 2000), dopo aver completato i suoi studi di ANMA e Massaggio Occidentale, fondò lo Shiatsu Institute nell’isola di Hokkaido, dando allo Shiatsu un’organizzazione didattica. Nel 1933 lasciò la scuola ad alcuni dei suoi studenti e si trasferì a Tokyo, dove nel 1940 aprì un’altra scuola, il Japan Shiatsu Institute, che nel 1957 venne riconosciuta dal Ministero della Salute e diventò Japan Shiatsu School.

Il 1945 rappresenta un momento importante per lo Shiatsu. In quell’anno le forze di occupazione statunitense emanarono una direttiva che metteva al bando tutte le forme di terapia tradizionali non riconosciute ufficialmente. Venne anche manifestata l’intenzione di includere tutte le terapie che pur riconosciute non erano conformi alla medicina occidentale. Sorse quindi la necessità di far riconoscere lo Shiatsu come forma di terapia e di definire il lavoro degli operatori Shiatsu e lo stesso metodo in termini di medicina occidentale. Per poter riuscire ad ottenere il riconoscimento, i terapisti Shiatsu e in primo luogo Tokujiro Namikoshi dovettero pagare il prezzo di eliminare da questa disciplina alcuni concetti non appartenenti alla medicina occidentale, come il Ki, i Meridiani e gli Tsubo. In questo modo l’impostazione di Namikoshi divenne prettamente anatomica e fisioterapica, rivolta esclusivamente al sintomo.

Nel 1955 lo SHIATSU venne ufficialmente riconosciuto dal Ministero della Sanità, ancora però come parte del massaggio ANMA. Fu nel 1964 che ottenne il riconoscimento come terapia a sé, distinta dall’ANMA, dal massaggio occidentale e da altre forme di massaggio.

Un’ulteriore e fondamentale evoluzione si ebbe grazie a Shizuto Masunaga, inizialmente allievo di Namikoshi e poi suo collaboratore, presso la cui scuola insegnò SHIATSU per una decina d’anni.shiatsu_attività_3

Shizuto Masunaga conobbe lo SHIATSU fin dall’infanzia, essendo questo tipo di trattamento praticato nell’ambito della sua famiglia. Docente di psicologia presso l’Università di Tokyo, manifestò ben presto un profondo interesse per la Medicina Tradizionale Cinese, studiando e applicandosi nella ricerca attraverso i testi antichi cinesi.

Masunaga introdusse nel suo stile di SHIATSU concetti che superavano le originarie impostazioni, prendendo in considerazione la globalità della persona. Unì infatti all’ approccio “meccanicista” della pratica SHIATSU gli aspetti tradizionali della Medicina Tradizionale Cinese insieme alla radice taoista, senza prescindere dall’influenza di filosofia e cultura Zen. Ridiede quindi importanza ai Meridiani e soprattutto al Ki. A questo vanno aggiunte le sue conoscenze nel campo della psicologia moderna e la grande esperienza clinica sviluppata con i numerosi trattamenti SHIATSU. Masunaga andò addirittura oltre le conoscenze classiche della Medicina Tradizionale. Infatti, attraverso l’ascolto del Ki tramite la percezione con il tatto e le sensazioni riferite dal ricevente (Uke) sul movimento del Ki nel corpo, arrivò a cogliere estensioni dei percorsi dei meridiani tradizionali presenti in tutto il corpo. La ricerca era esclusivamente empirica, ma continuamente dimostrata dalle sensazioni del ricevente e dell’operatore (Tori), anche se soggettive. Oltre all’interesse verso i percorsi dei Meridiani, strettamente connessi alla fisiologia del corpo umano, Masunaga diede grande rilevanza alle correlazioni tra Meridiani e tutta la sfera fisica, psichica ed emotiva della persona. Li considerò espressione e luogo di manifestazione delle condizioni energetiche, prendendo in considerazione per il lavoro tutto il loro percorso e non, come classicamente si faceva, solo i punti.

La metodica da lui fondata, lo “ZEN SHIATSU”, comprende aspetti diagnostici e terapeutici, basati su una salda teoria, in cui si fondono quindi modelli tradizionali orientali e moderni occidentali, relativi alla fisiologia ed alla psicologia. È una disciplina che considera nuovamente l’integrità dell’Essere Umano, restituendo l’unità originaria tra corpo, mente, spirito, come le più antiche teorie mediche cinesi.

Nel 1970 fu redatta la carta dei meridiani secondo la sua visione. Nel 1977 venne pubblicato il suo libro “ZEN SHIATSU”. Masunaga morì nel 1981, lasciando aperte la ricerca e lo studio su questo sistema, permettendo ulteriori sviluppi ed interpretazioni.

Molti sono tutt’oggi i suoi allievi che, con visioni e approcci personali, stanno ancora portando in tutto il mondo il suo insegnamento, che rappresenta attualmente il metodo più praticato tra tutti gli stili che si sono sviluppati dentro e fuori il Giappone.

 

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